DAY 5 - Memories are a rollercoaster
Incontri, proiezioni ed eventi speciali: tutti gli appuntamenti dell'ultimo giorno di festival
Buongiorno,
siamo giunti all’ultimo giorno del festival Archivio Aperto. Sarà una giornata densa di proiezioni e incontri: dalla Breakfast with Filmmakers all’incontro de La Natura dell’archivio, dalle proiezioni dei film in concorso a quelle della Carte Blanche di 25 FPS, fino all’incontro con la scrittrice Katja Petrowskaja. La giornata si concluderà con le premiazioni e il film di chiusura Riefenstahl di Andres Veiel.
Gli appuntamenti di oggi
10:00 — 10:45 // Sala Cervi // Concorso
incontro
Breakfast with Filmmakers
con Bruna Carvalho Almeida, Matevž Jerman, Dane Komljen, Ana Lungu, Gašper Milkovič Biloslav
modera Sergio Fant10:00 — 12:30 // Ex Chiesa di San Mattia // La Natura dell’archivio
incontro
con Edy Fantinato (botanico, Università Ca’ Foscari di Venezia), Teresa Castro (film studies, Università Sorbonne Nouvelle – Paris 3), Adelaide Cioni (artista)
11:00 — 13:00 // Sala Cervi // Concorso (replica)
proiezione
Ali je bilo kaj avantgardnega? (Alpe-Adria Underground!)
Jurij Meden & Matevž Jerman (Slovenia, 2024, 98', anteprima italiana)
alla presenza di Matevž Jerman & Gašper Milkovič Biloslav (DOP)14:00 — 15:45 // Sala Cervi // Concorso (replica)
proiezione + q&a
The Hidden Gesture. War and Melodrama in Hollywood’s 30s and 40s
Dana Najlis (Argentina, 2023, 5’)Triton (Merman)
Ana Lungu (Romania, 2024, 85’, anteprima italiana)
alla presenza della regista & Dane Komljen (montatore)14:30 — 15:30 // Ex Chiesa di San Mattia // Carte Blanche – 25 FPS International Experimental Film and Video Festival (Zagreb)
proiezione
Events Meant to be Forgotten
Marko Tadić (Croatia, 2020, 6')
Magic for Beginners
Jesse Mclean (USA, 2010, 20')
Singing in Oblivion
Eve Heller (Austria, 2022, 13')
You Don’t Bring me Flowers
Michael Robinson (USA, 2005, 8')
What I’m Looking For
Shelly Silver (USA, 2004, 15')
introducono Marina Kožul, Tena Trstenjak, Nika Petković (25 FPS)
14:00 — 15:00 // Sala Berti // La Natura dell’archivio
Kew. A conversation in green
di Adelaide Cioni
visite guidate
a cura di Beatrice Bazzoni, Francesco Bevilacqua,
Maria Beatrice Verson; in collaborazione con CAFFEX – Ca’ Foscari FilmFestival Experience, piattaforma di scambio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia con le realtà dei festival cinematografici16:00 — 17:30 // Ex Chiesa di San Mattia // Poetry, Diaries, Novels
incontro
Osservare è un modo di porsi
con Katja Petrowskaja
moderato da Elena Pirazzoli (Fondazione Home Movies)
con il sostegno del Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune
di Bologna nell’ambito del Patto
per la lettura di Bologna;sponsor: Gruppo Hera
in collaborazione con Adelphi16:00 — 17:45 // Sala Cervi // Concorso (replica)
proiezioneФрагменти Льоду (Fragments of Ice)
Maria Stoianova (Ukraine / Norway, 2024, 95')18:00 — 20:30 // Pop Up Cinema Arlecchino // Premiazioni + evento speciale
Premiazioni del Concorso
a seguire
Riefenstahl
Andres Veiel (Germany, 2024, 115')
in collaborazione con Rai Cinema
in partnership con Biografilm21:30 — 22:30 // Ex Chiesa di San Mattia // Closing Festival
proiezione con live acustico
Volontré – Cinematic Instant Songs
film da Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia
musica di Volontréin apertura
Corpi in movimento (15')
proiezione in 16mm del film realizzato all’interno del workshop
in collaborazione con SHADO – Officina Fotografica
La Natura dell’archivio | Incontro
Tra pochissimo ci vediamo all’incontro dedicato a La Natura dell’archivio! Non perdere la conversazione tra l’artista Adelaide Cioni, Edy Fantinato ((botanico, Università Ca’ Foscari di Venezia) e Teresa Castro (film studies, Università Sorbonne Nouvelle – Paris 3). Per chi arriverà trenta minuti prima dell’incontro al Festival Center è prevista una colazione offerta da noi.
10:00 — 12:30 // Ex Chiesa di San Mattia // La Natura dell’archivio
incontro
con Edy Fantinato (botanico, Università Ca’ Foscari di Venezia), Teresa Castro (film studies, Università Sorbonne Nouvelle – Paris 3), Adelaide Cioni (artista)
Osservare è un modo di porsi: l’incontro con la scrittrice Katja Petrowskaja
«Ogni foto mette in salvo qualcosa di transitorio», scrive Petrowskaja osservando la fotografia che ritrae due bambini sul porto di una città del Mar Nero. Guardano qualcosa, ma si trova fuori dall’inquadratura, non sapremo mai quale è il motivo del loro stupore. Il loro sguardo attira il nostro e spalanca domande. Come scrive Roland Barthes ne La camera chiara, la fotografia è quello che «è stato»: un istante trattenuto da un occhio meccanico, impresso tramite un procedimento chimico e capace per questo di superare quel particolare momento, estendendosi nel tempo. Con il digitale, questa possibilità sembra essersi espansa esponenzialmente. Trattenere un istante e dargli una possibilità di esistenza ben oltre il suo presente implica che altri sguardi, lontanissimi nel tempo, ma anche nello spazio, potranno posarsi su di esso, su quello che lo sguardo del fotografo ha colto allora, che a volte non è altro che un altro sguardo, rivolto verso la camera o verso un oggetto misterioso. Osservare le immagini diventa allora un intreccio di sguardi attraverso il tempo. Una relazione tra persone, tra vissuti simili, contrapposti, assonanti. – Elena Pirazzoli
L’appuntamento con la scrittrice ospite della sezione Poetry, Diaries, Novels Katja Petrowskaja è oggi alle 16 presso la Ex Chiesa di San Mattia.
Il film di chiusura: Riefenstahl di Andres Veiel
Oggi come allora, i mondi visivi di Leni Riefenstahl sono definiti dal trionfo: trionfo sul dubbio, sull’ambivalenza, sulla presunta debolezza e sull’imperfezione. Nel contesto odierno, un film su di lei è diventato per me una necessità urgente. Il suo considerevole ascendente, reinterpretato attraverso la lente del suo fondo privato, offre l’opportunità di riesaminare il continuo fascino della grandezza imperiale e la glorificazione di corpi muscolosi, perfetti e vittoriosi: una tendenza che oggi sta ritornando di moda.
Un documentario d’archivio su una delle donne più controverse del XX secolo come artista e come propagandista per il regime nazista. Nel contesto odierno, un film su di lei diventa una necessità urgente.
In collaborazione con Rai Cinema
In partnership con Biografilm
Il film Riefenstahl di Andres Veiel sarà proiettato oggi in chiusura del festival, in seguito alle premiazioni:
18:00 — 20:30 // Pop Up Cinema Arlecchino
Tre domande ad Ana Lungu, regista di Triton
Archivio Aperto esplora il tema della memoria e degli archivi. In che modo il tuo film intercetta questo tema? Quali elementi del film sottolineano questa esplorazione della memoria?
Merman è basato su filmati amatoriali rumeni in 8mm girati tra la Seconda Guerra Mondiale e la Rivoluzione, in particolare durante la dittatura di Nicolae Ceausescu (1965-1989). Poiché la tecnologia 8mm era ampiamente disponibile nel mondo occidentale durante gli anni ’60 e ’70, i filmati amatoriali erano all’ordine del giorno e sono ora associati alla vita di tutti i giorni. Ma dietro la cortina di ferro i film amatoriali erano rari. A quel tempo in Romania era quasi proibito avere una cinepresa 8mm; chi ne aveva una sapeva che sarebbe potuto incorrere nell’ira del regime riprendendo qualsiasi cosa. La stessa regola valeva per le fotografie: ecco perché durante la dittatura venivano scattate così poche foto per le strade. Un Jonas Mekas rumeno o una Vivian Maier rumena non sarebbero potuti esistere.
Sono nata nel 1978, quindi sono cresciuta negli anni peggiori della dittatura di Ceausescu. A poco a poco, il controllo del dittatore sulla popolazione aumentò e la dissimulazione divenne una capacità di sopravvivenza necessaria. I cittadini rimasero profondamente consapevoli della differenza tra la loro vita privata e la loro personalità pubblica. Questa divisione tra privato e pubblico è una caratteristica della vita sotto il totalitarismo e penso che le immagini che emergono da tali regimi siano preziose, poiché mostrano tanto quanto nascondono, preservano tanto quanto cancellano.
In che modo le immagini di archivio influenzano la costruzione della narrazione? Puoi parlarci di una sequenza nel tuo film in cui le immagini di archivio hanno trasformato o arricchito il messaggio che intendevi comunicare?
Il nostro film si basa su tre archivi privati, ciascuno trattato distintamente. La prima parte è un film all’interno del film. Mio zio, un ingegnere, ha girato video durante l’infanzia di sua figlia. Quando lei si sposò e lasciò il paese, lui le fece un film, un regalo di nozze che intitolò Once Upon a Time.
Mentre lavoravo a Merman, stavo leggendo Uncreative Writing di Kenneth Goldsmith che mi ha aiutato a trovare l’idea di rifare il film di mio zio. Goldsmith ritiene che, a causa dei cambiamenti portati dalla tecnologia e da Internet, ci troviamo di fronte a una quantità di testo disponibile senza precedenti. Il problema non è la necessità di scriverne di più, ma piuttosto quello di imparare a gestire la grande quantità che già esiste. Loda ciò che è “non originale” e crede che, lavorando con il linguaggio, sia impossibile non esprimersi. Ho cercato di estendere questo alle immagini.
Quali sono i film found footage o sperimentali che hanno avuto un ruolo importante per la tua formazione?
Sono una grande ammiratrice dei lavori di Yervant Gianikian e Angela Ricci-Lucchi, ma non sono sicura che ci sia un’influenza diretta sul mio film. Piuttosto, ho imparato a guardare le immagini in modo diverso grazie ai loro film.
Nel caso di Merman (la prima volta in cui ho lavorato con gli archivi) i punti di riferimento per me e Dane Komljen, co-sceneggiatore e montatore, erano per lo più letterari. Abbiamo iniziato con Speak, Memory di Vladimir Nabokov, con la sua indiscutibile fiducia nel valore di tutto ciò che è perduto e la necessità di resuscitarlo semplicemente perché non c’è più; abbiamo continuato con la prosa di W.G. Sebald e ci siamo lasciati ispirare dal modo in cui combina passato reale e immaginario, documentario e fittizio; e abbiamo concluso con In Memory of Memory di Maria Stepanova.
Il film Triton verrà proiettato oggi:
14:00 — 15:45 // Sala Cervi // alla presenza della regista & Dane Komljen (montatore)
📌Post-it
Su Vogue Italia un lungo approfondimento sul festival Archivio Aperto.
Su Cabiriams la recensione di A fidai film di Kamal Aljafari.
I consigli di visione da Archivio Aperto di The Hot Corn.